Due marocchini, referenti per l'Isis scambiano informazioni dall'estero con gli aspiranti jihadisti
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Creato Domenica, 07 Agosto 2016 06:49
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Scritto da Michele Petrillo
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Due marocchini, referenti per l'Isis, scambiano informazioni dall'estero con gli aspiranti jihadisti nel nostro Paese, dove il trend di crescita del fenomeno è costante:
si stimano circa 110 persone radicalizzate. Crescono i network terroristici nei Balcani. Nuove armi per gli investigatori, attraverso il via libera alle intercettazioni con i virus trojan. L'islam diviso sulla risposta al terrorismoTra i fascicoli delle Procure e i vari filoni di indagine dell’Antiterrorismo, ci sono in particolare i nomi di due marocchini. Uno è Mohamed Koraichi, 31enne magrebino che ha lavorato nel Milanese otto anni fa e dopo aver sposato un’italiana è scappato con la famiglia per combattere in Siria. Lui e la moglie sono indagati con l’articolo 270 bis per terrorismo internazionale. Sono stati certificati i suoi contatti con il 28enne kickboxer italiano di origini marocchine Abderrahim Moutaharrik, arrestato dalla polizia, che avrebbe avuto l'intenzione di compiere attentati in Vaticano e all'ambasciata di Israele a Roma. Il secondo "ambasciatore italiano" dello Stato Islamico è un altro giovane marocchino che fino a qualche anno fa ha vissuto per un po’ di tempo in Lombardia. Entrambi si trovano tra Siria e Iraq, in zone di guerra, ma hanno vissuto in Italia, e per questo scambiano informazioni con i soggetti radicalizzati nel nostro Paese. Ma se prima lo scopo era quello di offrire agli arruolati una nuova vita come foreign fighter nelle zone di guerra, ora lo scopo dichiarato sono gli attentati.