Lega: Salvini, mai servi, neanche di Berlusconi.

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Il leader leghista: "Voglio cambiare il Paese come voglio con accordi scritti col sangue" "Se qualcuno pensa - ha implicitamente replicato Salvini - che il futuro della Lega sia quello di un piccolo partito servo di qualcun altro, di Berlusconi o di Forza Italia, ha sbagliato".Matteo Salvini a Pontida © ANSA

Umberto Bossi rilancia la secessione dal palco di Pontida, la tradizionale festa del Carroccio. Ma è botta e risposta con Matteo Salvini . Dopo aver votato "No" alla riforma costituzionale di Renzi, "noi cambieremo la Costituzione". Salvini ha proposto un "presidente della Repubblica eletto dai cittadini, che abbia potere di governare e di scegliere i ministri".  La Lega - scandisce il Senatur - "non potrà mai essere un partito nazionale": e l'obiettivo deve rimanere la "secessione" della Padania. "Io ho ascoltato in questi tempi con molta attenzione la Lega - ha detto tra l'altro Bossi -. La Lega è in un momento di grande confusione, è stata né carne né pesce, ma la Padania resta nel cuore e nella testa". Bossi ha sostenuto che "la Lega è stata fatta per la libertà del nord dall'oppressione del centralismo italiano, non per altri motivi", e ha osservato che "troppo spesso si sente parlare di uscire dall'euro, ma i fatti dicono che l'Italia si porta via 100 miliardi di euro e l'Europa due: chi è dunque il nemico? State attenti a tirare le conclusioni così". Bossi, senza fare nomi, si è infine rivolto ai leghisti radunati a Pontida nel ventennale della dichiarazione di indipendenza della Padania affermando che "a volte i dirigenti devono essere richiamati dai veri proprietari, i militanti".

Salvini "Prima - ha detto ancora - ci liberiamo dall'Europa dei massoni e delle banche, poi ognuno decide come fare", ha detto dal palco di Pontida. "Questo paese - ha aggiunto il segretario leghista - sta insieme solo come aveva detto il genio di Gianfranco Miglio. Sta insieme con il federalismo, con l'insieme delle diversità". Per questo Salvini ha difeso anche l'alleanza con gli euroscettici. "Sono orgoglioso - ha detto - di aver fatto accordi con Marie Le Pen, gli austriaci ma anche con Putin. Questa è la strada poi ognuno vedrà. Perché se oggi vado a bussare a Roma mi risponde un usciere o al massimo Renzi. Il vero nemico è a Bruxelles".