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Da ANSA---
Botta e risposta Roma-Bruxelles sul deficit dell'Italia. Il ministro Tria conferma l'apertura a rivedere il rapporto deficit-pil prevedendo una discesa graduale dal 2,4% dal 2020 e 2021. 'Un buon segnale',
prende atto il commissario Moscovici, che tuttavia richiama l'Italia alle regole europee che, sottolinea, la commissione farà rispettare per evitare rischi sul deficit strutturale. In ogni caso, dice il commissario, 'sarebbe assurda una crisi tra Roma e Bruxelles'.
E' questo un segnale considerato positivo dai mercati in attesa del nuovo vertice, che dovrà scrivere nero su bianco il Def, slittato nel pomeriggio. Alle 18 anche un pre-Consiglio dei ministri, escluso per ora il Cdm oggi.
Salvini annuncia 'entro oggi' la chiusura della nota di aggiornamento del documento e afferma: 'Nessuna marcia indietro sul 2019 con il pil che prevediamo oltre l'1,5%'. 'Sono misure strutturali, i mercati capiranno', dice il premier Conte.
E sulla manovra, Salvini ha anche detto che 'sarà coraggiosa per mantenere gli impegni con gli elettori, negli anni futuri deficit e debito scenderanno'. Il ministro dell'Interno è poi tornato ad attaccare Juncker. Critiche erano giunte da Confindustria, che teme un aumento delle tasse in assenza di coperture chiare. Infine un invito: "non smontare le riforme sulle pensioni".
E dopo le parole di Tria lo spread ripiega a 290 e Piazza Affari torna a guadagnare lo 0,9%. In mattinata il differenziale Btp-Bund aveva invece avuto una fiammata sopra 300 quando Di Maio aveva solo confermato il deficit al 2,4% nel 2019 e lasciato indeterminato il futuro.
Poi Moscovici, commentando, le parole di Luigi di Maio sulle dichiarazioni dei commissari Ue, dice che "la Commissione europea ha un ruolo istituzionale, iscritto nei trattati, che applica e che fa in modo assolutamente tecnico. Ci guardiamo bene dal fare ingerenze nella politica interna, non lo facciamo e non lo faremo, siamo semplicemente i guardiani dei trattati. Bisogna capirlo, dobbiamo essere rispettati come tali, né più né meno. Per il resto, senza essere medico, ho sempre saputo che è la febbre ad avere effetti, non certo il termometro". In Europa "abbiamo delle regole abbastanza precise", che "non sono stupide" e "dicono che il deficit nominale deve essere contenuto, sotto al 3% e che il deficit strutturale deve migliorare". E' "un dato che non conosco, una dinamica che dobbiamo analizzare ed è il motivo per cui dobbiamo attendere la comunicazione dei dettagli" da parte dell'Italia. "Con il 2,4% - dice il commissario Ue Moscovici - c'è un rischio, è possibile che il deficit strutturale non sia nella traiettoria fissata dal patto di stabilità e crescita". Italia? "Faremo rispettare le regole", ha detto ancora il commissario Ue, aggiungendo che una "crisi tra Bruxelles e l'Italia sarebbe assurda".
E il ministro Salvini, alla domanda se ci sono le coperture per far partire il reddito di cittadinanza dal 2019, risponde che "è tutto coperto, tutto". Il reddito di cittadinanza "è sempre nel mio cuore. Non è una priorità della Lega ma c'è nel contratto di governo".
"Questo governo si è impegnato in maniera credibile e nell'interesse del Paese a ridurre il debito attraverso misure strutturali per generare crescita", ha detto ancora il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un'intervista a Famiglia Cristiana dove aggiunge: "Confido che quando i mercati conosceranno nei dettagli la nostra manovra lo spread sarà assolutamente coerente con i fondamentali della nostra economia".
TRIA A CONFINDUSTRIA - Serve oggi una "strategia di politica economica diretta a conseguire una crescita più sostenuta e ridurre il gap di crescita che l'Italia ha avuto con il resto di Europa nell'ultimo decennio. Abbiamo bisogno di una crescita vigorosa, ed allo stesso tempo di una maggiore resilienza". Il ministro Giovanni Tria sottolinea così che serve "uno stimolo di crescita endogeno, con un mutamento profondo delle strategie economiche e di bilancio" rispetto al passato. Un "rilancio investimenti è una componente cruciale", dice ospite di Confindustria.
La "strategia" di politica economica del governo si pone "l'obiettivo di eliminare entro due anni il divario di crescita rispetto all'Europa e di assicurare al contempo una riduzione costante del rapporto debito-Pil", spiega Tria. "Assicureremo dal prossimo anno ad una accelerazione rispetto al passato della riduzione del debito", garantisce il ministro dell'Economia parlando alla platea del convegno del centro studi di Confindustria. Per il Governo dice è di "importanza fondamentale la riduzione del debito pubblico", nodo che "va affrontato, indipendentemente dai vincoli, per liberare spazi di bilancio" anche per le riforme fiscali.
Nel 2019 ci sarà "uno scostamento dagli obiettivi concordati con la commissione europea dal precedente governo", ma "ci sarà poi un graduale ridursi del deficit negli anni successivi", assicura Tria.
Il ministro dell'Economia garantisce che l'azione di Governo non è certamente improntata ad una "finanza molto allegra" che possa far "saltare i conti pubblici per dar spazio alle promesse". Come mantenere quindi gli impegni del contratto di Governo? Con "forte gradualità. Le promesse andranno nel corso della legislatura", dice.
Per gli economisti di Confindustria "l'aumento del deficit" previsto dal Governo "è poca cosa rispetto agli impegni politici assunti: se le coperture non saranno ben definite - avvertono - si rischia ex post un rapporto deficit/pil più alto". Per il CsC "l'aumento del deficit serve per avviare parti del contratto di Governo di sostegno al welfare", come su reddito di cittadinanza o pensioni, poi "molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali. Ciò potrebbe portare a più tasse in futuro e ad aumentare il tasso di risparmio già oggi".
Il Centro studi Confindustria stima il Pil "all'1,1% nel 2018 e allo 0,9% nel 2019" in "ribasso di 0,2% punti" per entrambi gli anni rispetto alle previsioni di giugno. Le stime "non incorporano le intenzioni del Governo" in attesa della legge di Bilancio ma, tra vari fattori, "pesano" anche "l'aumento dello spread" e - spiega il capoeconomista Andrea Montanino - "l'incertezza" sulla "capacità del Governo di incidere sui nodi dell'economia" e sulla "sostenibilità del contratto di Governo" che causa "meno fiducia degli operatori".
"Non smontare le riforme pensionistiche perché ciò renderebbe necessario aumentare il prelievo contributivo sul lavoro. Se il meccanismo di 'quota 100', per permettere l'anticipo della pensione, venisse introdotto, andrebbe invece nella direzione opposta". E' quanto sostiene il Centro studi di Confindustria, nel rapporto sugli scenari di politica economica.
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