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Secondo l'Independent che cita fonti curde, in città si troverebbe ancora il califfo Abu Bakr al Baghdadi. "Se è lì, e se viene ucciso, questo causerà la caduta dell'Isis", ha detto Fuad Hussein, capo di gabinetto del presidente curdo Massoud Barzani.
La Nona Brigata dell'Esercito iracheno intanto "avanza inesorabile anche da ovest e ora è a ridosso della zona occidentale di Mosul", ha annunciato il Generale di Brigata Yahya Rasul, dal Joint Operation Command di Makhmur (a sud) da dove coordina l'offensiva militare irachena. "Lasceremo ai seguaci di Baghdadi un corridoio aperto a ovest - aggiunge l'alto ufficiale - Sarà un corridoio della morte per loro. Li spazzeremo via con i raid aerei. La zona diventerà il cimitero dei jihadisti".
Le truppe irachene sono impegnate inoltre in violenti combattimenti con le "sacche di resistenza dei jihadisti a Gagjali", il quartiere est di Mosul dove le forze di Baghdad hanno sbaragliato l'Isis due giorni fa, entrando in
città dopo 15 giorni di offensiva, riferisce all'ANSA una fonte della sicurezza di Baghdad. Sul fronte ovest, almeno 15 combattenti delle milizie filo-Iran, Hashd al Shaabi sono rimasti uccisi a Tall Afar per le trappole piazzate dall'Isis. I feriti sono 30, annuncia un comandante citato da Rudaw.
A "tre chilometri a sudest di Mosul" si troverebbe anche la milizia Hashd al Watani, addestrata dalla Turchia. Il premier Ebadi avverte Ankara all'indomani dell'annuncio della Difesa turca, citata da Anadolu, sul dispiegamento di carri armati e pezzi di artiglieria nell'area di Silopi, a circa 100 chilometri da Mosul: "Non vogliamo combattere contro i soldati di Ankara, ma se le truppe turche mettono piede in Iraq pagheranno un caro prezzo, subiranno molte perdite".
Ed esplode anche l'emergenza sfollati. "Da lunedì il numero di sfollati è cresciuto significativamente", dice all'ANSA Jennifer Sparks, Oim in Iraq. "E' di fatto impossibile ora quantificare l'impatto dell'avanzata irachena a Mosul", sottolinea invece Giulia Cappellazzi di Un ponte per Iraq. "Alcuni campi sono pieni e c'è un problema legato alla sicurezza", spiega all'ANSA il viceministro per i rapporti con l'Onu del Kurdistan, Dendar Zebari.
Il portavoce dell'Unicef Italia, Andrea Iacomini, aggiunge che "sono circa 17.748 persone, la metà dei quali bambini sotto i 18 anni, quelle recentemente sfollate a seguito delle operazioni militari per riprendere la città di Mosul. Il dato preoccupante però è che ci giungono evidenze e segnalazioni, solo nell'ultima settimana di ottobre, di almeno 3 bambini reclutati e usati come kamikaze, che si uniscono ad almeno altre 32 segnalazioni di ragazzi usati come kamikaze nel 2016". (ANSA)
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