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Con Quota 100 non ci saranno riduzioni sull'assegno previdenziale.Ad affermarlo in queste settimane sono stati diversi esponenti della maggioranza, smentendo la possibilità di una penalizzazione per coloro che anticiperanno l'accesso alla pensione, ricorrendo a Quota 100.
Ricordiamo che Quota 100 consentirà di andare in pensione con circa 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, per la quale nel 2019 l'età pensionabile sarà aumentata a 67 anni.
Con Quota 100, infatti, si può andare in pensione all'età di 62 anni, purché nel contempo si abbiano almeno 38 anni di contributi. Il requisito contributivo è fisso, quindi vale anche per coloro che hanno più di 62 anni. Per accedere a questa misura non bisognerà accettare riduzioni dell'assegno previdenziale dal momento che queste non dovrebbero esserci. Il condizionale, però, è d'obbligo poiché fino a quando con la Legge di Bilancio 2019 non verrà fatta chiarezza sulla riforma delle pensioni non sappiamo se le dichiarazioni fatte in queste ultime settimane troveranno riscontro nella realtà.
Potrebbe succedere, infatti, che per limitare i costi della riforma delle pensioni il governo sia costretto a prevedere delle penalizzazioni anche per la Quota 100, al pari ad esempio di quanto succede per Opzione Donna dove le lavoratrici per andare in pensione a 57 anni e 7 mesi - più 35 anni di contributi - devono accettare un ricalcolo contributivo dell’assegno che, a seconda della situazione contributiva dell’interessata, può portare anche ad una riduzione del 30% dell’assegno di pensione.
Per Quota 100 però la penalizzazione, qualora ci dovesse essere, non dovrebbe prevedere il ricalcolo contributivo dell'assegno. In queste settimane, infatti, si è parlato di una riduzione dell'1,5% per ogni anno di anticipo. Chi ricorrerà a questa misura al compimento del 62esimo anno di età, quindi, subirebbe una penalizzazione del 7,5% dell'assegno.
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